La Geoarcheologia a Portus

Carotaggio in azione
Foto: Hembo Pagi / ACRG

La ricerca geoarcheologica a Portus è continuata nel 2013 al fine di comprendere la configurazione del porto stesso e la sua connessione con Ostia e Roma tramite i corsi d’acqua. Questo lavoro è stato finanziato dal Fondo dell’Innovazione pel la Ricerca dell’Università di Southampton.

Carotaggi nei bacini portuali

Tre carote sono state perforate a luglio di fronte ai Grandi Horrea di Settimio Severo al centro di Portus. L’obiettivo principale di questa ricerca è stato quello di ricostruire l’estensione dei bacini dal periodo claudio a quello traianep. Più precisamente, lo scopo era quello di  determinare (1) se questa parte centrale di Portus fosse stata originariamente inclusa nel bacino di Claudio e successivamente riempita e costruita, oppure (2) se i bacini e il canale di accesso al bacino traianeo fossero stati scavati intorno al limite di questa zona dei Grandi Horrea. La stessa ipotesi è stata testata altrove a Portus: nel Grande Horrea di Traiano, tra la darsena e il canale di accesso ai bacini traianei (Goiran et al, 2012 Bukowiecki e Panzieri, 2013.), e vicino al Palazzo Imperiale, tra il bacino di Claudio e quello di Traiano (Goiran et al, 2008;. Keay e Paroli, 2011, Salomon, 2013).

I

Carotaggio nel canale

Nel novembre 2013, una collaborazione tra l’Università di Southampton, le istituzioni francesi (Centre National de la Recherche Scientifique UMR-5133, e l’Associazione Nationale de la Recherche) e la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma ci ha permesso di perforare tre carote nell’ipotetico enorme canale tra Portus-Ostia nell’Isola Sacra, scoperto alcuni anni fa da un’indagine magnetica (Keay e Paroli, 2011). L’analisi paleoambientale ci permetterà di indagare il canale ipotizzato, al fine di rivelare la sua profondità, le caratteristiche funzionali, e potenzialmente anche per fornire le date per il suo utilizzo. Questo carotaggio è stato completato da un’indagine geofisica (tomografia a resistività elettrica), effettuata da Kristian Strutt dell’Università di Southampton e dai geofisici della British School at Rome, al fine di determinarne il profilo.
Le carote sono state trasportate presso l’Università di Southampton e sono attualmente in fase di analisi come parte della mia ricerca post-dottorato presso il Dipartimento di Archeologia, nell’ambito del Portus Project diretto da Simon Keay. Le analisi sono in corso nel laboratorio paleo-ambientale del dipartimento di Geografia diretto dal Prof. Tony Brown.

Bibliografia

Bukowiecki, E., and C. Panzieri (2013). “Portus.” Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome . doi:10.4000/cefr.935.

Goiran, J.-P., F. Salomon, E. Bukowiecki, and G. Boettoc(2012). “Portus.” Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome. http://cefr.revues.org/267.

Goiran, J.-P., H. Tronchère, P. Carbonel, F. Salomon, H. Djerbi, C. Ognard, G. Lucas, and U. Colalelli (2008). “Portus, La Question de La Localisation Des Ouvertures Du Port de Claude : Approche Géomorphologique.” Mélanges de l’Ecole Française de Rome Chronique, no. 121–1 ): 217–228.

Keay, S., and L. Paroli (2011). Portus and Its Hinterland: Recent Archaeological Research. Archaeological Monographs of the British School at Rome 18. London: British School at Rome.

Salomon, F. (2013). “Géoarchéologie du delta du Tibre : Evolution Géomorphologique holocène et contraintes hydrosédimentaires dans le système Ostie – Portus.” PhD Thesis, University Lyon 2.